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La confusione dei ruoli

Inviato da editor il
dal testo lineare leggendo McLuhan e commentari [×] anni settanta al multimediale e ipertestuale tecnologico della scrittura software dei personal computer elettronico/digitale [+] anni ottanta al telematico e digitale globale [-] anni novanta
Radioattività
2.4

L'ombra delle parole, 🏜

Inviato da campoverso il
Come del resto ogni romanzo storico che si rispetti, tanto La ballata di Rudi che Quer pasticciaccio brutto de via Merulana sovrappongono, sovrimprimono due tempi l’uno sull’altro – in un’immagine dialettica. Ma, appunto come nel “giallo” di Gadda (ambientato nel 1927 e scritto a partire dal 1945-46), nei primi capitoli della Ballata tale sovrimpressione è resa più sottile, e a tratti quasi impercettibile, dalla escursione assai ridotta che intercorre fra il tempo della finzione narrativa e il tempo della scrittura. C’è però una rifrazione ulteriore (che nei romanzi storici resta invece sempre inavvertita: perché ha in genere, in effetti, estensione minima): quella costituita dal tempo ulteriore che divide l’inizio della scrittura dalla sua inconclusa conclusione, dall’apocope drammatica che le mette capo. Nel caso della Ballata, però, questa seconda rifrazione ha invece un’estensione smisurata, quasi quarantennale come abbiamo visto: che, al di là della sua misura quantitativa, disegna non due ma tre Italie, completamente diverse fra loro. C’è l’Italia 1949 dalla quale prende le mosse la narrazione; c’è l’Italia di una dozzina di anni dopo, l’Italia del boom in cui la narrazione viene concepita e iniziata; e c’è infine, un trentennio abbondante ancora dopo, una terza Italia, quella degli ultimi capitoli: che è poi l’Italia in cui la narrazione viene licenziata e, finalmente, pubblicata.
Radioattività
21.2